L’alcol, se consumato con moderazione, è un modo come un altro per trascorrere del tempo con i propri amici, sorseggiando il proprio cocktail preferito e lasciandosi “ammaliare” dal sapore unico della bevanda prescelta.
Tuttavia, chi segue una dieta chetogenica o uno stile chetogenico potrebbe chiedersi se sia possibile consumare alcolici durante un aperitivo o un momento di svago. Il loro consumo, infatti, potrebbe indurre a pensare che le sostanze possano andare in contrasto con i princìpi della dieta stessa. Le cose stanno davvero così?
Approfondiamo la questione nel dettaglio, in modo tale da fornire delucidazioni sull’argomento.
Dieta chetogenica e alcol: alcune premesse
Per i non “addetti ai lavori”, la dieta chetogenica non è altro che una strategia nutrizionale fondata sulla diminuzione del consumo di carboidrati alimentari e la scelta di cibi con pochi carboidrati. La scelta di aderire a un simile regime dietetico porta l’organismo, quasi come un “obbligo” a produrre il glucosio in maniera autonoma, e dunque ad aumentare il consumo dei grassi presenti nel tessuto adiposo.
Il fine ultimo del regime alimentare in questione è quello di favorire il dimagrimento mediante la combustione dei grassi stessi, i quali, di fatto, verranno utilizzati in qualità di fonte energetica. Ciò comporta una conseguente perdita di peso, dovuta proprio allo smaltimento della massa grassa presente nell’organismo.
Il consumo degli alcolici, però, nei quali sono presenti carboidrati, sembrerebbe andare in contrasto con la dieta chetogenica. A tal proposito, è utile specificare che perché il corpo resti nello stato di chetosi, ossia in uno stato di sintesi dei corpi chetonici, il soggetto debba fare particolare attenzione ai carboidrati assimilabili, anche noti come carboidrati netti.
Uno sguardo ai carboidrati assimilabili
I carboidrati assimilabili vengono ridotti in glucosio e fruttosio attraverso diverse reazioni enzimatiche. Già, ma come stabilire l’effettiva quantità di carboidrati netti all’interno di una sostanza alcolica?
In primo luogo, è bene specificare che non vi sono leggi, in Italia come in Unione Europea, in merito alla comunicazione delle dichiarazioni nutrizionali delle bevande alcoliche. Tuttavia, non mancano i produttori di alcolici che indicano informazioni interessanti sulle etichette dei loro prodotti.
Un esempio è dato dal valore dell’energia espressa in rapporto alla quantità di sostanza imbottigliata. L’utente interessato a conoscere l’entità dei carboidrati netti, dunque, non dovrà fare altro che eseguire calcoli per giungere a una quadra. Vediamo come procedere!
Il calcolo dei carboidrati assimilabili
Partiamo da un presupposto: le kilocalorie, indicate comunemente “kcal”, sono influenzate direttamente dall’alcol e dai carboidrati (proteine e grassi, di contro, non hanno effetti sull’unità di misura citata). Da ciò ne deriva che il calcolo che andremo ad effettuare riguarderà proprio le kilocalorie, come osservato qui di seguito.
Si può bere alcol durante la chetogenica?
Si può bene Alcol durante la Dieta chetogenica?
Si prenda come esempio una birra in cui sia dichiarato alcol al 5,5%, nonché 30,8 kcal ogni 100 millilitri. A quanto ammonta, in grammi, il peso dell’alcol stesso?
1 millilitro di alcol pesa 0,789 grammi, e moltiplicato per il tasso alcolico (5,5) si ottiene 4,34, ossia il valore dei grammi di alcol ogni 100 milliltri. I grammi di alcol vanno moltiplicati per le kcal/grammo, ossia 7: si otterrà quindi il valore di 30,38 kcal, quest’ultime fornite direttamente dall’alcol.
Si è detto, però, che le kcal totali della bevanda sono pari a 30,80, il che comporta la necessità di effettuare una sottrazione:
30,80 – 30,38 = 0,42 kcal, ossia le kilocalorie originate direttamente dai carboidrati. 1 grammo di carboidrati equivale a 4 kcal, il che significa che 100 millilitri della bevanda presa in considerazione contengono 105 mg di carboidrati assimilabili.
