Un argomento molto attuale e anche parecchio diffuso, in particolare, tra gli uomini, è quello relativo alla calvizie. La perdita dei capelli in media inizia alla soglia dei 30 anni, ma in alcuni casi anche prima, e si accentua con l’avanzare degli anni, tuttavia la caduta dei capelli non è segno di patologie pregresse o di cattiva salute.
Puoi stare in perfetta forma ma soffrire di alopecia e l’unico desiderio che avrai sarà quello di bloccare la caduta dei capelli. Il problema è fondamentalmente personale, psicologico, una mancata accettazione puoi indurti a chiuderti in te stesso a discapito della socializzazione.
Sei abituato a conoscere un solo tipo di caduta di capelli ma in realtà non tutte le calvizie sono uguali. Le calvizie vanno commisurate ad una serie di parametri soggettivi ed oggettivi come il sesso, l’età e il livello di avanzamento.
In questa guida ti offriamo un quadro a 360° sulle tipologie di calvizie, uno sguardo approfondimento basato su classificazioni per tipi e specificazioni per generi.
Quante tipologie di calvizie esistono?
La calvizie contrariamente a quanto puoi immaginare se non sei un esperto non è classificabile in una sola tipologia ma vi sono diversi tipi.
Si tratta di tipologie più o meno comuni, alcune rare che possono colpire uomini e donne.
In quest’ultimo caso con una percentuale inferiore.
1 – Alopecia androgenetica ereditaria
Il termine è di per sé già indicativo, si tratta di una calvizie che interessa esclusivamente l’universo maschile, tra le più diffuse. L’origine è genetica in poche parole è ereditaria.
Questo vuol dire che se tuo padre è calvo per una alopecia androgenetica potresti essere un soggetto a rischio.
Il processo è scatenato dagli ormoni appunti gli androgeni.
Rara nelle donne, questa tipologia di calvizie è possibile solo in caso di disfunzioni ormonali, ovvero laddove tu avessi un numero di androgeni al di sopra della soglia.
Quanto agli uomini, dopo attente ricerche, si è giunti alla conclusione che il fattore scatenante questa tipologia di calvizia sia la carenza o l’eccesso di testosterone, in particolare della tipologia del “diidrotestosterone”.
Quest’ultimo influisce sulla qualità del capello rendendolo fine e sottile.
Il vero problema quando soffri di calvizie androgentica non è tanto che tu perda i capelli ma quanto che questi non ricrescano più.
2 – Calvizie stagionale
Può esserti capitato di trovare i capelli fra le dita o vedere più capelli sulla spazzola in determinati periodi dell’anno, si tratta della calvizie stagionale come l’autunno, nel classico periodo delle castagne.
Tipica del periodo autunnale, è una calvizie sicuramente lieve perché dura il tempo di una stagione.
I capelli si indeboliscono e si spezzano fino a cadere.
Non incide sula ricrescita dei capelli ed è unisex ovvero colpisce in egual modo uomini e donne.
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3 – Calvizie psicogena per ansia e stress
Avrai potuto riscontrare nei periodi di stress come sia non solo la mente a risentirne ma anche il corpo.
Esiste una “calvizie da stress” o psicogena capace di causare la perdita dei capelli in soggetti che stanno attraversando periodi di particolare ansia e depressione.
L’indebolimento è dovuto ad un processo infiammatorio e di incremento della formazione del sebo.
Si parla di “infiammazione follicolare del cuoio capelluto“.
Questo fenomeno è dovuto tecnicamente a stress ormonali derivanti all’infiammazione delle aree dell’ipotalamo e dell’ipofisi.
4 – Calvizie areata
Sei affetto da questi tipo di calvizie se la perdita dei capelli avviene a chiazze. Si tratta di una delle forme di calvizie certamente più brutte da vedere in termini di immagine. I capelli cadono in determinate aree della testa causando un effetto a chiazze.
Una forma rara e genetica di calvizia che in media riguarda 1 su 10.000 soggetti. Una calvizia risolvibile nella maggior parte dei casi.
La stessa si manifesta a differenza dalle altre già nella fase adolescenziale.
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L’evoluzione temporale della calvizia
Quando si soffre di alopecia è importante che tu sappia distinguere l’evoluzione della calvizia per meglio affrontare la sua propagazione L’alopecia può avere un avanzamento lento o veloce.
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Scala di Hamilton-Norwood caduta capelli
In genere, se sei fortunato rientri nella calvizie lenta, la più diffusa e la più comune.
In media i capelli cominciano a cadere e non ricrescere più intorno ai 30 anni e si prosegue progressivamente nel corso dei decenni senza particolari traumi immediati.
Diversa è la calvizie rapida, in questo caso la situazione è più complessa.
La calvizie rapida non è solo più veloce nella sua propagazione ma anche precoce.
In media la perdita dei capelli inizia a 18 anni con una progressione molto veloce tanto vero che puoi trovarti completamente calvo nel giro di un paio di anni.
Scientificamente la calvizie veloce è legata ad una produzione disomogenea del sebo ragion per cui è detta seborroica.
A favorire il fenomeno è una combinazione di stress e ansia, se sei un soggetto particolarmente emotivo è possibile che tu subisca una perdita ancora più rapida dei capelli.
La situazione diventa drastica quando alla calvizie rapida si unisce l’elemento genetico, in genere la calvizie rapida è una calvizie genetica.
La psiche e la calvizie: quanto essere calvi incide sulla virilità
Ci sono molte storie sugli uomini calvi in cui si enfatizza sulla virilità degli stessi.
Eppure perdere i capelli causa spessi un trauma.
Puoi considerare la calvizia come una sfortuna e farne un dramma al punto da vivere male la tua immagine allo specchio.
I dati dimostrano che gli uomini calvi tendono a socializzare di meno perché avvertono un senso di inferiorità fisica.
Ci sente poco attraenti e virili.
Questa sensazione può divenire patologica e trasformarsi in una vera propria depressione con riflessi negativi personali e sociali.
Calvizie: ecco i sintomi principali
Alcune patologie sono sempre associate a dei sintomi, quindi se ti chiedi quali siano quelli della calvizie la risposta è sicuramente il prurito.
Si è detto che una delle cause principali la calvizie è l’eccesiva produzione di sebo.
Ebbene il sebo produce una sgradevole sensazione di prurito per cui fai fatica a non grattarti.
Visivamente è possibile che si manifesti una quantità di forfora maggiore dovuta all’eccesso di sebo e al fatto che per il prurito tendi a grattarti la testa.
Nei casi più gravi, sintomo raro, potresti avvertire un dolore fitto alla testa o nella parte del cuoio capelluto.