Come diventano i polmoni di un fumatore?

Come diventano i polmoni di un fumatore dopo tanto tempo che fuma sigarette? Scopriamo in questo articolo.

I polmoni di un fumatore: come diventano?

I polmoni sono gli organi principali per una corretta respirazione oltre che per una corretta distribuzione dell’ossigeno ai tessuti e al sangue. In quanto tali sono i primi organi ad essere principalmente e maggiormente intaccati quando in questione vi è il corpo di un assiduo fumatore.

Un individuo che tende a consumare circa un pacchetto di sigarette giornaliero, recherà con il tempo danni i quali risulteranno risolvibili solo in parte, arrecando dunque conseguenze insolubili.

Usufruendo della visione del video seguente potranno essere visti i danni e come si presentano i polmoni di un fumatore: anneriti, considerevolmente meno elastici nonché costantemente infiammati. Questa è la conseguenza delle circa 400 sostanze presenti nelle sigarette, ampiamente tossiche e dannose.

Come precedentemente accennato. “Le conseguenze nei polmoni di un fumatore sono sia infiammatorie sia fisiche”, come afferma Roberto Boffi, membro del comitato scientifico di No Smoking Be Happy, nonché responsabile della struttura di pneumologia e del centro antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Conseguenze infiammatorie: la bronchite cronica

La bronchite è una patologia che interessa i polmoni di circa la metà dei fumatori cronici e si manifesta tramite determinati segnali, i quali è importante non sottovalutare e/o protrarre troppo nel tempo.

Nel Manuale del Fumo è possibile leggere che l’infiammazione si manifesta tramite la tosse secca o grassa e l’eccesso di catarro nelle orecchie e in gola, naso chiuso di frequente, sintomi che se non curati adeguatamente e tempestivamente conducono alla bronchite. Un elemento importante da considerare è che qualora i sintomi si presentassero in almeno due anni consecutivi, perdurando per oltre i tre mesi la bronchite è considerata cronica.

Le conseguenze della bronchite cronica sono tutt’altro che leggere in quanto provoca una considerevole diminuzione delle corrette funzioni polmonari oltre che incrementare la possibilità di contrarre infezioni respiratorie.

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Come purificare i polmoni di un fumatore

Boffi afferma che l’infiammazione è la base dalla quale poi germogliano i tumori, precisa però che:

“Nonostante ci voglia molto tempo, circa dieci anni consecutivi senza fumo, è una condizione reversibile. I polmoni possono infatti tornare ad essere efficienti come quelli di una persona non fumatrice e l’ex fumatore potrà tornare ad avere dei bronchi funzionali.

L’elemento maggiormente dannoso per l’infiammazione è il tempo piuttosto che la quantità: quarant’anni consecutivi di dieci sigarette giornaliere, sono meno dannosi di quaranta sigarette al giorno per dieci anni. Questo perché? Perché i polmoni assorbono le sostanze nocive emesse dalle sigarette fino al raggiungimento della soglia di saturazione, oltre la quale non c’è ulteriore capacità. Per il motivo appena espresso si evince anche il perché sia più dannosa la prima sigaretta piuttosto che la ventesima.”

La diminuzione di elasticità nei polmoni di un fumatore

Come precedentemente detto un’altra importante conseguenza è la perdita di elasticità nei polmoni di un fumatore in confronto a quelli di una persona che non fuma.

Questo, spiega più precisamente Chiara Serge, responsabile della supervisione scientifica della Fondazione Umberto Veronesi:

“Significa che i polmoni di un fumatore hanno una funzionalità polmonare considerevolmente minore, e questa si tratta della loro capacità di seguire la respirazione gonfiandosi e sgonfiandosi.”

Quale è il processo che avviene? E’ la costante e crescente distruzione della parete degli alveoli, nei quali avviene il fondamentale scambio tra ossigeno e anidride carbonica. Questa patologia è l’enfisema polmonare che provoca a livello fisico interno quello appena descritto, e a livello di sensazioni corporee del fumatore la difficoltà respiratoria e non solo.

La distruzione delle pareti degli alveoli provoca la diminuzione di elasticità dei polmoni, della quale parlavamo ad inizio paragrafo, aumentando ampiamente il rischio che il fumatore insorga in una malattia come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). “Il sintomo tramite il quale i dottori riescono a diagnosticarla è la mancanza di aria nel paziente, professionalmente definita dispnea.”

Continua Boffi: “L’insufficienza respiratoria può essere riconosciuta in diverse situazioni, sotto sforzo quindi durante lo svolgimento di attività come correre, camminare, salire le scale oppure anche durante attività che non richiederebbero normalmente troppo sforzo come ad esempio le faccende domestiche, oltre che nei casi molto più gravi anche durante il riposo.

” La conseguenza di questo processo è la tachicardia, ovvero quando il cuore assume come battito regolare un ritmo accelerato, andando ad aumentare così il rischio cardiovascolare. Un ultimo elemento molto importante al quale porre sempre attenzione in caso di fumatori cronici, è quello della ripetuta comparsa di crampi ai polpacci. “Nei fumatori non è raro trovarsi davanti al restringimento di vene e arterie dovute da una vasculite, come il morbo di Buerger, del quale i crampi ai polpacci possono esserne una spia.”

Esami consigliati per polmoni di un fumatore

Un esame dal quale partire per poter diagnosticare le patologie sopra elencate come enfisema e bronchite, è la spirometria semplice. La quale però non risulta del tutto adatta in determinati casi, come specificato da Boffi il quale afferma:

“E’ necessaria la spirometria globale in quei casi nei quali si manifesta anche un lieve danno ostruttivo che all’inizio potrebbe per altro essere asintomatico e dunque più difficilmente riconoscibile. Per questo davanti al minimo primo sospetto sarebbe adeguata quella globale, tramite la quale è possibile monitorare anche il ritorno elastico polmonare.”

E’ importante essere a conoscenza del fatto che il lavoro polmonare nei fumatori viene svolto dalla parte non danneggiata, dunque maggiore è quest’ultima e maggiore saranno le difficoltà respiratorie. In aiuto al danno fisico vi è la ginnastica respiratoria, una modesta attività fisica, una dieta mirata ricca di antiossidanti, nonché l’uso dei broncodilatatori.

A prescindere dal problema che si evincerà dagli esami, dunque un problema infiammatorio o enfisema, smettere di fumare è la prima decisione da prendere. Smettere senza attese ulteriori farà la differenza in quanto come specificato ad inizio articolo: per avere polmoni nuovamente funzionali servono almeno dieci anni.

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