Intolleranza Lattosio: Sintomi e cosa mangiare

Tra le più comuni intolleranze vi è l’intolleranza al lattosio, di cui soffre il 70% della popolazione mondiale. È  una sindrome che comporta  disturbi gastroenterici che si manifestano in seguito al consumo di alimenti contenenti questo zucchero. L’intolleranza al lattosio è causata dalla mancata produzione da parte delle cellule intestinali del duodeno dell’enzimalattasi, che ha il compito di scindere il lattosio in glucosio e galattosio.

In questo articolo molto approfondito risponderemo a tante domande come:

  • Quali sono i sintomi per chi è intollerante al lattosio?
  • Cosa succede se non si cura l’intolleranza al lattosio?
  • Come si fa a capire se si è intolleranti?
  • Come disintossicarsi dall’intolleranza al lattosio?
  • Quali esami fare per la diagnosi dell’intolleranza al lattosio?

Prima di addentrarci nello specifico di questa patologia, cerchiamo di capire la differenza tra allergia ed intolleranza al lattosio

Quella al lattosio è l’intolleranza enzimatica più diffusa in Italia e in tutto il mondo, ed è riconosciuta come intolleranza alimentare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Diversi studi hanno dimostrato che il disturbo interessa oltre il 40% degli italiani. Può essere di natura genetica, e manifestarsi, cioè, già nelle fasi dello svezzamento, oppure insorgere in età adulta.
Analizziamo, di seguito, i sintomi, le principali cause e il trattamento previsto per questa tipologia di intolleranza.

Che cos’è l’intolleranza al lattosio

Da non confondere con l’allergia alle proteine del latte, l’intolleranza al lattosio consiste nell’incapacità, da parte dell’organismo, di digerire correttamente il lattosio. È bene rammentare che il lattosio, principale zucchero contenuto nel latte e nei suoi derivati (ne rappresenta il 98%), è un disaccaride e, in quanto tale, per essere correttamente digerito dall’organismo, deve prima essere scisso nei due zuccheri monosaccaridi che lo compongono: galattosio e glucosio.

Questa scissione avviene nell’intestino tenue per mezzo di un apposito enzima, la lattasi, che, come tutti gli enzimi, si occupa di semplificare l’assimilazione di specifici cibi rendendoli elementi più semplici.

Se l’enzima lattasi è assente o insufficiente, il lattosio non può essere scomposto e, di conseguenza, l’organismo non è in grado di digerirlo. È proprio questa condizione di insufficienza di lattasi che genera una situazione di intolleranza al lattosio che, nell’individuo, si manifesta poi con disturbi gastrointestinali (per esempio gonfiore addominale, diarrea, nausea).

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Tipi di intolleranza al lattosio

Si possono distinguere almeno quattro forme di intolleranza al lattosio: genetica, acquisita, evolutiva e congenita.
Intolleranza al lattosio genetica: definita anche primaria, è la forma di intolleranza più diffusa.

Può insorgere nella tarda infanzia oppure in età adulta. Si verifica quando la produzione di lattasi diminuisce progressivamente:

  • Intolleranza al lattosio acquisita: definita anche secondaria, è causata da lesioni dell’intestino tenue (per esempio celiachia, sindrome dell’intestino irritabile), oppure da disordini alimentari. Talvolta è transitoria;
  • Intolleranza al lattosio evolutiva: si manifesta nei bambini. Spesso può risolversi in breve tempo;
  • Intolleranza al lattosio congenita: si tratta di una malattia genetica molto rara che si manifesta sin dai primi giorni di vita del bambino. La produzione di lattasi è assente, e questa condizione persiste per tutta la vita.

Quali sono i sintomi dell’intolleranza al lattosio?
intolleranza al lattosio sintomi

Generalmente i sintomi dell’intolleranza al lattosio compaiono quasi immediatamente, all’incirca da mezz’ora a due ore dopo l’aver ingerito alimenti contenenti lo zucchero del latte.

L’allergia è una risposta immunitaria atipica del nostro organismo ad alcune sostanze che coinvolge il sistema immunitario causando reazioni immediate o quasi, che vanno dalla congiuntivite, all’eczema fino allo shock anafilattico.

L’intolleranza alimentare, invece, è una sensibilità eccessiva nei confronti di alcuni alimenti come ad esempio il latte, il grano, la birra. Ha effetti molto più ritardati nel tempo, da 1 a 36 ore dopo l’assunzione, il che rende, spesso, difficile la diagnosi da parte del medico. Molte persone convivono anni con le loro intolleranze senza sapere di esserne affetti.

I sintomi più comuni dell’intolleranza al lattosio sono:

A questi sintomi possono talvolta aggiungersi mal di testa, spossatezza e nausea, specialmente nei giovani.
È chiaro tuttavia che la sintomatologia varia molto a seconda dell’individuo, della gravità dell’intolleranza, dal tipo di pasto ingerito e dalla quantità di lattosio assunta.

Questi disturbi gastrointestinali si verificano poiché, in una condizione di insufficienza di lattasi, il lattosio non può essere digerito e, essendo una sostanza osmoticamente attiva, richiama nel colon acqua e sodio rendendo difficile la formazione delle feci solide.
In ogni caso, la maggior parte dei soggetti intolleranti riesce a ‘sopportare’ una certa quantità di lattosio senza sviluppare effetti negativi.

Quali sono le cause dell’intolleranza al lattosio?

Abbiamo quindi già constatato che la causa dell’intolleranza al lattosio è da ricondurre alla carenza o insufficienza dell’enzima lattasi intestinale.

In pochi casi, poi, l’intolleranza al lattosio è la conseguenza non tanto della carenza di lattasi, quanto dell’insufficienza degli enzimi proteolitici necessari alla digestione delle proteine del latte.

Diagnosi dell’intolleranza al lattosio

Per la diagnosi di intolleranza al lattosio è utile, innanzitutto, provare ad eliminare lo zucchero del latte dalla propria alimentazione quotidiana per valutarne l’interruzione dei sintomi.
Tuttavia, non sempre il test risulta assolutamente attendibile. Ecco, dunque, la necessità di sottoporsi ad esami più approfonditi.

Esami per accertare l’intolleranza al lattosio

Breath Test

Qualora si sospetti un’intolleranza al lattosio, l’esame diagnostico maggiormente prescritto dal medico è il test del respiro (breath test, in inglese), un esame non invasivo che consiste nel far ingerire al paziente una certa quantità di lattosio e analizzarne l’aria espirata prima e dopo la somministrazione.

Questo test, dunque, permette di valutare la concentrazione di idrogeno nell’aria espirata dopo una certa dose di lattosio. Poiché l’idrogeno prodotto dalla fermentazione dello zucchero non digerito viene facilmente riassorbito dalla parete intestinale ed espulso attraverso la respirazione, in caso di intolleranza al lattosio si avrà un’iperproduzione di idrogeno nell’aria espirata.

Test dell’acidità delle feci

Un esame meno impiegato, invece, è quello del test dell’acidità delle feci. Questo test consente principalmente di distinguere tra loro i vari disturbi: sindrome dell’intestino irritabile, celiachia e malattia infiammatoria intestinale.

Test genetico

Un test genetico, invece, permette di indagare su un’eventuale origine o predisposizione genetica della patologia.
Il medico può prescrivere, altresì, uno specifico esame del sangue o una biopsia duodenale che gli consentiranno di giungere o meno alla diagnosi di intolleranza al lattosio.

Trattamento dell’intolleranza al lattosio

La terapia per l’intolleranza al lattosio è principalmente alimentare e prevede di ridurre o di eliminare del tutto dalla propria dieta tutte le fonti di lattosio. In presenza di intolleranza, dunque, il primo metodo consiste nel ridurre, soprattutto in termini di quantità, il consumo di latte e derivati ​​contenenti lattosio.

Successivamente si provvederà ad ingerire progressivamente porzioni sempre maggiori, affinché si possa stimolare la produzione di lattasi.

Si configura, dunque, come una vera e propria dieta che, in quanto tale, può comportare conseguenze sia a livello psicologico che, soprattutto, a livello nutritivo. Occorre prestare attenzione, infatti, a non indurre in carenze di nutrienti essenziali per l’organismo.

Gli alimenti da evitare

Come detto pocanzi, la terapia per l’intolleranza al lattosio è alimentare. Ecco quindi che occorre prestare attenzione ai cibi che si ingeriscono.

Occorre innanzitutto precisare che è consentito mangiare alcuni derivati del latte. L’assunzione di formaggi stagionati (grana, parmigiano, pecorino), per esempio, non crea forti disturbi, purché l’intolleranza non sia molto grave, in quanto il processo di stagionatura consente di ridurre la quantità di lattosio.

Gli alimenti assolutamente da vietare, di contro, sono il latte vaccino, di capra e/o di altri animali, i formaggi freschi (mozzarella, certosa, ecc.), e tutti i prodotti a base di latte (gelati, burro, creme, cioccolate al latte, ecc.).

Quali sono gli alimenti che provocano l’intolleranza al lattosio?

Sfatiamo il mito che da sempre ci accompagna secondo cui il latte fa bene, fa crescere forti e sani. In parte tutto questo è vero ma in alcuni soggetti particolarmente sensibili può fare più male che altro.

Chi soffre di questa intolleranza dovrà eliminare dalla propria dieta:

  • latte
  • yogurt
  • panna
  • burro
  • fiocchi di latte
  • mozzarella
  • ricotta.

Questi sono alcuni degli alimenti che contengono lattosio ma non sono gli unici. Non tutti sanno, infatti, che tracce di questa sostanza si trovano anche in:

  • cipolle
  • broccoli
  • uova
  • pere
  • alcuni insaccati
  • farmaci
  • integratori alimentari
  • pane e altri prodotti da forno
  • cereali
  • margarina
  • carni
  • insalata
  • caramelle e altri spuntini
  • miscele per frittelle, biscotti e torte
  • surgelati.

I prodotti alternativi per gli intolleranti al lattosio

In commercio sono presenti numerosi prodotti alternativi, per consentire, anche a tutti coloro che manifestano intolleranze al lattosio, di poter inserire il latte nella propria dieta.

Molto richiesto è il latte senza lattosio, in cui il lattosio si trova in gran parte (per circa il 75%) già scisso in glucosio e galattosio, non creando, dunque, disturbi e fastidi. Oppure si potrebbero preferire i latti vegetali, come il latte di soia, il latte d’avena, il latte di riso, ecc.

Attenzione al lattosio “nascosto”

Per chi soffre di intolleranza al lattosio è fortemente consigliato consultare con attenzione le etichette nutrizionali di tutti gli alimenti, in quanto il lattosio è un ingrediente estremamente impiegato nell’industria alimentare.

Ecco quindi che è possibile ritrovare il lattosio in forma “nascosta” e scorgere sue tracce anche in alimenti poco sospetti e di uso comune, come salse, salumi e insaccati, piatti precotti, cibi in scatola e altri prodotti confezionati.

Farmaci per la cura dell’intolleranza al lattosio

Non esiste alcun farmaco in grado di curare definitivamente l’intolleranza al lattosio. Tuttavia, per consentire una dieta non priva di latte e latticini (e le vitamine e minerali presenti in questi), è possibile assumere per via orale dei sostituti enzimatici formulati con lattasi, lo stesso enzima che, in condizioni normali, viene prodotto dal corpo umano. Spetterà poi al medico, sulla base dall’anamnesi del paziente, scegliere il principio attivo occorrente.

È importante, dunque, assicurarsi che gli alimenti eliminati vengano completamente e correttamente sostituiti, in modo tale da garantire al soggetto un adeguato apporto dei nutrienti, scongiurando il verificarsi di carenze nutrizionali.

Epidemiologia

Infine è bene curiosare sull’evolversi, dalle origini ad oggi, di questo tipo di intolleranza. Si può evincere che la capacità di digerire il lattosio si riscontra principalmente nei paesi dell’Europa del nord e in alcuni popoli del bacino mediterraneo. Risultano maggiormente intolleranti al lattosio molti asiaticiafricani e nativi americani.

Questo è stato dimostrato da una recente ricerca, pubblicata su Nature Communications, intrapresa da un team internazionale. La ricerca consente di analizzare le evidenti differenze di intolleranze tra le aree settentrionali e meridionali, cercando di dimostrare quanto, l’intolleranza la lattosio, si configuri come un disturbo storico e geografico, piuttosto che genetico.

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